Gli obiettivi principali di "Casa Dolce Casa" erano quelli di riuscire a promuovere una comunità abitativa capace di mettere in campo le proprie risorse e competenze per giungere alla risoluzione dei conflitti e delle controversie condominiali, ma anche di stimolare il senso comune dell’abitare. L'intervento dell'Ater di Rieti è stato destinato, inoltre, a tutti quei casi di occupazione abusiva degli alloggi di edilizia residenziale, anche quando si arriva alla soluzione estrema dello sfratto. Il progetto sposato e promosso dall'Ater di Rieti ha rappresentato un'esperienza innovativa e unica nel panorama laziale, ha fatto registrare un'affluenza consistente e inaspettata, oltre ad aver ribadito che l’ascolto rappresenta un fattore importante di gestione delle politiche abitative. "Il progetto si è rivelato un successo, sia in termini di crescita personale e professionale sia, soprattutto, per i risultati che ha conseguito in termini di mediazione dei conflitti abitativi e della gestione psicologia di situazioni oggettivamente particolari e di stress – spiega Umberto Caraccia, curatore di Casa Dolce Casa – per la riuscita del progetto devo ringraziare anche il Commissario dell’Ater di Rieti, Eliseo Maggi, ed il suo staff per la lungimiranza oltre al personale dell'Ente, a cominciare dal tutor del progetto Sara Scipioni, per la collaborazione prestata sempre attivamente".